MERCURIO E VENERE,

I  PIANETI  ROVENTI

che già gli antichi pensavano satelliti del Sole

Mercurio e Venere percorrono orbite interne rispetto all'orbita della Terra. Per questo, come aveva già notato anche Vitruvio, li si vede sempre vicini al Sole: a volte prima dell'alba, a volte dopo il tramonto. Vitruvio ci dice che Venere era chiamata dai latini: Vespurgo, “Stella della sera”, oppure Lucifer, “Lucifero”, cioè “Portatrice di luce”.
Non è facile vedere Mercurio, per la sua vicinanza al Sole. Copernico diceva di non essere mai riuscito a vederlo.
Alla visione telescopica entrambi mostrano il fenomeno delle fasi, poiche', a seconda della posizione del pianeta nel percorrere la loro orbita, frazioni diverse del disco illuminato sono rivolte verso la Terra.


Mercurio e' il pianeta piu' vicino al Sole da cui dista 58 milioni di km. Ruota sul suo asse molto lentamente impiegando circa 58 giorni terrestri. Questa interessante 'risonanza dinamica' fu scoperta dal Prof. Giuseppe Colombo dell'Ateneo patavino. La temperatura superficiale varia da +350 a -170 gradi.
Con un raggio di 2400 km e' grande meno di un terzo della Terra, ed e' privo di atmosfera. La sua superficie appare fittamente ricoperta da crateri provocati dalla caduta di meteoriti.

Venere e' il secondo pianeta del Sistema Solare e, per dimensioni e densita', il più simile alla Terra. Ma quanto diverse le sue condizioni superficiali! Una densissima atmosfera di anidride carbonica avvolge il pianeta, creando una pressione 90 volte quella della nostra atmosfera. La presenza continua di sistemi di nubi ci impediscono la vista della superficie rocciosa ma, riflettendo la luce solare, rendono Venere l'astro piu' luminoso dopo il Sole e la Luna. Tuttavia non sono goccioline d'acqua a formare queste nubi, bensi' acido solforico che genera piogge corrosive, mentre l'effetto serra provocato dall'anidride carbonica, porta la temperatura della superficie a quasi 500 gradi, rendendo questo mondo per noi del tutto inospitale.

LA GARA SPAZIALE

TRA RUSSI E AMERICANI

per raggiungere Venere

e scoprirne i segreti

Pianeta “misterioso”, per il velo di nubi che lo circonda, Venere fu oggetto di una gara spaziale tra Russi e Americani.

Fin dall’inizio degli anni ’60 iniziarono i tentativi di lanci: i Russi con una serie di sonde: Sputnik, Venera, Cosmos, Vega;

gli Americani con una loro serie: Mariner, Pioneer Venus e Magellan.

Ci furono in seguito osservazioni anche da parte di sonde lanciate per altri scopi, come avvenne per la Sonda Galileo e la sonda Cassini, americane.

Immagine

della sonda russa Venera 7

Nel 2005 anche la UE ha effettuato una propria missione: la Venus Express, che dal 2006 è operativa nell’orbita di Venere.

   

Il primo atterraggio su Venere avvenne soltanto nel 1970, ad opera dei Russi, con Venera 7.

Fu il primo atterraggio umano su un altro satellite.

Bisognerà aspettare però due anni per avere un secondo successo russo, con l’invio di trasmissioni direttamente da Venere, anche se per poche decine di minuti.

Un’immagine della superficie di Venere inviata da Venera 7

nel 1970.

Importante fu anche la missione americana del Mariner 10.

La sonda fu lanciata nel 1973 per lo studio di Mercurio e Venere, i pianeti interni del Sistema Solare.

Passò non molto distante da Venere (4.200 km) nel maggio 1974, effettuando una serie di rilievi fotografici.

Immagine ripresa dalla Mariner 10 in avvicinamento, nel 1974.

Mosaico di immagini riprese nel 1974 dal Mariner 10. La superficie del pianeta e' ricchissima di crateri provocati dall'impatto di meteoriti, e assomiglia molto a quella della Luna.

La Missione Magellan dedicata alla mappatura della superficie di Venere per mezzo di un radar, penetrando le fitte nubi del pianeta, ci ha dato un quadro stupefacente delle sue strutture rocciose.

L'immagine artistica qui riprodotta mostra la sonda che raggiunse Venere nel 1990, arrivando ad una distanza minima di 294 km

La faccia notturna di Venere ripresa nell'infrarosso dalla sonda Galileo nel 1990.

Le nuvole di acido solforico nascondono alla vista la superficie vulcanica di Venere in questa immagine ripresa dal Telescopio Spaziale Hubble.

Queste immagini radar, riprese dalla sonda Magellan, mostrano in colori simulati come il nostro occhio vedrebbe la superficie del pianeta Venere. Sono le regioni dei monti Danu (1500 m) e del Monte Maat.

Particolare del vulcano Sacajawea Patera su Venere (120x215 km di base) in colori simulati.

Il cratere Aurelia, prodotto dall'impatto di una grossa meteorite,

ha un diametro di 31,9 km.

Immagine ripresa dalla sonda Magellan.

L'intero disco del pianeta Venere visto attraverso lo strato di nubi dalla sonda Magellan.

Veronica Silvestrini 2B